02 gennaio 2008

La tattica dello struzzo


Il presidente del Kenya accusa il rivale: «Incoraggia la pulizia etnica»

Kibaki sostiene che il leader dell'opposizione voglia eliminare il principale gruppo etnico dei kikuyo.

Dopo le ultime drammatiche notizie che testimoniano la progressione delle violenze nel paese, il governo del presidente keniano Mwai Kibaki ha accusato il leader dell'opposizione Raila Odinga di incoraggiare la «pulizia etnica» contro i kikuyo, principale gruppo etnico keniano, di cui fa parte lo stesso Kibaki, e che lo ha appoggiato in massa. È quanto ha sostenuto in un'intervista alla Bbc il portavoce governativo Alfred Mutua. Le accuse sono state respinte al mittente, e con gli interessi, da parte dell'entourage di Odinga, etnia Luo, la terza del Paese. La situazione in Kenya resta drammatica, anche se gli slum di Nairobi sono rimasti calmi nel corso della notte. Oltre 60mila persone in fuga dai luoghi degli scontri, più di 300 morti, l'orrore degli arsi vivi (una cinquantina di persone, tra cui donne e bambini, nella chiesa di Eldoret, ovest del Paese), centinaia di feriti, saccheggi, devastazioni di ogni tipo che non si vede come si possano fermare.
La
speranza è che l'azione decisa e congiunta di Washington e Londra in cui si chiede alle parti di cercare strade di riconciliazione possa avere effetto. Il segretario di stato americano, Condoleezza Rice, e il ministro britannico degli affari esteri, David Miliband, hanno infatti diffuso con un comunicato congiunto un appello ai dirigenti keniani perché «diano prova di spirito di compromesso». «Lanciamo un appello - si legge nel testo - a tutti i dirigenti politici (del Kenya) a dare prova di spirito do compromesso mettendo davanti a tutto gli interessi democratici del Kenya».
Ma il problema è Kibaki: difficile un'intesa se lui non trova il modo di lasciare la carica di presidente, ora che dopo i dubbi di Ue, Usa, Gran Bretagna, Canada, Giappone e l'elenco potrebbe continuare, sulla correttezza dello scrutinio presidenziale sembra (ma non ci sono conferme ufficiali) che perfino il presidente della Commissione Elettorale, Samuel Kivuito non sia più tanto certo che Kibaki - da lui proclamato vincitore - avesse davvero vinto, e parla di formidabili pressioni effettuate su di lui dall'entourage del presidente.
Mentre proseguono le violenze si intensificano gli sforzi dimplomatici: è atteso a Nairobi l'arrivo di John Kuffour, segretario generale dell'Unione Africana, che incontrerà separatamente il presidente Mwai Kibaki, confermato in carica dopo le contestatissime elezioni di giovedì scorso, e il leader dell'opposizione Raila Odinga, per tentare di aprire un dialogo tra i due, sopratutto in vista della manifestazione di giovedì nella capitale kenyota, indetta da Odinga ma vietata dal governo: stando a fonti dell'Odm, l'Orange Democratic Movement guidato dal capofila dissidente, sono attese oltre un milione di persone.
Nel Paese africano continuano frattanto violenti scontri tra estremisti Kikuyo, l'etnia del presidente rieletto, e quelli Luo, tribù cui appartiene Odinga: nel Samburu, al nord, è in atto una vera caccia all'uomo; sono stati dai alle fiamme tutti i negozi gestiti da esponenti Kikuyo, che cercano ora rifugio nelle chiese malgrado nel distretto di Eldoret una cinquantina di persone fossero morte bruciane nel rogo di un tempio pentecostale.
Nelle baraccopoli di Korogocho e Kibera, epicentri dei tumulti, a Nairobi in giornata sono già ripresi scontri, seppure di proporzioni inferiori rispetto al recentissimo passato; nel centro cittadino la gente è tornata in strada, il traffico è abbastanza sostenuto e molti negozi hanno riaperto. Scarseggiano però i generi alimentari freschi, benzina e nafta: circostanza che potrebbe creare a breve termine pesanti ripercussioni sul traffico aereo, non solo nello scalo della capitale del kenya ma anche altrove. A Kampala, in Uganda, diversi voli sono per esempio stati forzatamente cancellati per il mancato rifornimento del carburante che arriva in genere da Mombasa.

Articolo tratto da Corriere.it

Strano che la comunità internazionale si sia accorta solo ora a giochi fatti del pericolo rappresentato dalle elezioni in Kenya: durante il viaggio in questo splendido paese, fatto quasi un anno fa, chi lavorava sul territorio parlava già dei rischi connessi a questo avvenimento...

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