31 gennaio 2008

La situazione vista dall'interno


Ol Moran


"La situazione del paese in questi giorni è ancora molto incerta, anche se le due parti hanno iniziato un certo dialogo, mediati da Kofi Annan. In TV si sono anche stretti la mano e han bevuto il tè in compagnia... ma si sa che non basta. In questi giorni stiamo proprio aspettando di vedere se questo incontro avrà degli esiti concreti nel paese, nella politica e nel governo stesso. Anzi, in alcune grandi città continuano scontri e vendette tribali. Ormai appare chiaro che erano cose organizzate da tempo, e non solo conseguenze delle elezioni. Molto spesso e' gente che non ha niente da perdere, senza scrupoli o vittime di ingiustizie sociali che li portano a disperazione, manovrati da altri che ricavano interessi da questi contrasti, con esiti spesso tragici: avrete sentito anche voi le decine di morti a Nakuru, tra cui un prete: ma anche qui, la questione non è religiosa, bensì tribale. Questo qui era in auto, l'hanno fermato, han visto che era un Kikuyu, e l'hanno ammazzato di botte. Forse senza sapere che era un prete. La cosa più preoccupante, piuttosto, è che ora iniziano a reagire anche alcuni fanatici tra i Kikuyu stessi, e si rischia di perdere il controllo anche in altre città. Comunque sia, come sapete, noi non ci troviamo in una zona direttamente interessata a questi conflitti, anche se, per essere sinceri, qualche preoccupazione tra la nostra gente comincia a farsi sentire. Il problema più grosso comunque per ora rimangono le ruberie di bestiame, perchè la polizia non è decisa a intervenire. Stiamo anche ricevendo alcune famiglie di rifugiati: quelli che arrivano nella zona della nostra parrocchia - che non è proprio a portata di mano come zona... - sono per lo più persone che contano sull'appoggio di parenti che abitano qui. Come parrocchia, assieme alla Croce Rossa locale e ad altre confessioni cristiane, abbiamo organizzato una raccolta di generi di prima necessità e vestiti per dare una mano a queste famiglie. Sono più 250 persone. Solo ieri ci sono stati dei disordini anche nella vicina Nyahururu, a causa di un gruppo di manifestanti che se la sono presa con alcuni gruppi tribali di minoranza. La polizia è' riuscita a fermarli in tempo e già a sera l'emergenza era rientrata, senza vittime. Rimane la tensione. Per tutti questi motivi, stiamo comunque scoraggiando la visita di ospiti dall'Italia: si tratta di prudenza più che di emergenza. Meglio aspettare un paio di mesi piuttosto che trovarsi con grane per la strada. Nonostante questa situazione, è positivo poter vedere come i bambini e gli studenti più grandi possono imparare a stare insieme, anche se da tribù diverse, e giocare insieme, studiare insieme, vivere insieme. Che sia una tribù, una nazione, una religione o una squadra di calcio, le scuse per essere divisi e fare violenza non mancano mai: la via della pace e della giustizia è in salita, ma davvero è l'unica".

Lettera tratta dal BlogDegliAmiciDiOlMoran

Foto tratte dal blog InsightKenya

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