20 gennaio 2008

Il braccio armato della "legge"


Kenya: 13 oggi i morti in scontri, 32 da mercoledì


E' salito ad almeno tredici il numero di coloro che hanno perso la vita soltanto oggi in Kenya a causa dei disordini e degli scontri con le forze di sicurezza, in cui sono degenrate le manifestazioni di piazza, di nuovo in corso da tre giorni consecutivi, organizzate dall'Odm, l'Orange Democratic Movement, per protestare contro l'esito delle presidenziali del 27 dicembre scorso, che ufficialmente hanno confermato in carica il capo dello Stato uscente, Mwai Kibaki, a spese del candidato e leader della principale forza di opposizione, Raila Odinga, malgrado questi fosse indicato in netto vantaggio tanto dai sondaggi qanto dai risultati preliminari dello spoglio. Il bilancio piu' pesante della giornata odierna, la peggiore da quando sono riprese le proteste, si e' registrato a Kibera, la maggiore baraccopoli di Nairobi nonche' roccaforte dell'Odm, dove le raffiche sparate dalla polizia hanno provocato come minimo sette morti e oltre dieci feriti: l'organizzazione umanitaria 'Medici senza Frontiere' ha denunciato l'accaduto parlando apertamente di un "massacro". Vittime anche a Mombasa, sulla costa dell'Oceano Indiano, e a Narok, nel sud; in ambedue le citta' gli agenti hanno caricato i dimostranti, percuotendoli con i manganeli, lanciando gas lacrimogeni e talvolta aprendo il fuoco ad altezza d'uomo. Da mercoledi' le persone rimaste uccise ammontano nel complesso a non meno di 32, e il computo supera ormai ampiamente le settecento unita' dalla data della contestata consultazione.

Articolo tratto da Repubblica.it






Immagini tratte dal blog InsightKenya

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