11 dicembre 2006

L'affetto del calcio per D'Aguanno

Tante testimonianze in memoria del giornalista Mediaset scomparso ieri a soli 42 anni.
Totti: "Con lui avevo un rapporto speciale".
Materazzi: "Indossò la mia maglia in Francia, un grande uomo"

MILANO, 10 dicembre 2006 - Milan e Torino lo hanno ricordato giocando col lutto al braccio. Stasera nella tribuna stampa dell'Olimpico in occasione del derby di Roma, nel posto di Mediaset, sarà posto un mazzo di fiori per lui. Sono solo alcune delle tante testimonianze d'affetto per ricordare Alberto D'Aguanno, il noto giornalista televisivo scomparso ieri, stroncato da un malore a soli 42 anni. Questa sera, nel corso della trasmissione Controcampo - Ultimo minuto, il conduttore Sandro Piccinini ha ricordato in apertura l'amico e collega a nome di tutta la redazione di Mediaset, ancora sotto choc per l'accaduto.
Un po' tutto il mondo del calcio ha voluto ricordare Alberto. A cominciare da Francesco Totti, il capitano della Roma, la squadra per cui lui faceva il tifo. "Trovare le parole giuste in questi casi non è semplice - ha dichiarato Totti - faccio le condoglianze alla famiglia. Era un grande uomo, una grande persona e un grande professionista. Era tifoso della Roma, mi stimava, con lui avevo un rapporto speciale non quello normale tra giocatore e giornalista. Una persona fantastica che difficilmente dimenticherò".
Prima del derby la tifoseria giallorossa ricorderà D'Aguanno con uno striscione in curva Sud. "Alberto, a un romanista vero, dalla curva un saluto sincero". Dopo Empoli-Inter, Marco Materazzi si è presentato in sala stampa per parlare di lui. "Ricordo quando mi chiese di indossare la mia maglia della nazionale allo Stade De France in occasione di Francia-Italia - ricorda Materazzi - poi mi mandò un mms per farmi vedere che si era messo la mia maglia, era fiero di quello che aveva fatto e faceva bene ad esserlo. Era un grande uomo".
Oltre alle tantissime testimonianze delle squadre e dei dirigenti del calcio, non sono mancate anche quelle dei tantissimi colleghi che hanno conosciuto, collaborato o semplicemente stimato Alberto. Come Massimo De Luca, responsabile di Rai Sport e a Mediaset per tanti anni: "La scomparsa di Alberto D'Aguanno è stata vissuta come un dolore enorme da tutta la redazione di Rai Sport perché si era fatto apprezzare da tutti per le sue qualità professionali, ma anche per lealtà e correttezza. Tutti sentono di avere perso un amico, per me è un dolore ancora più grande avendo lavorato 14 anni con lui e anche in parte con sua moglie. Abbiamo perso una amico fraterno e siamo davvero affranti, tutti".

Articolo tratto da Gazzetta.it

Morire a 42 anni per un malore cardiaco, lasciare una moglie e due figli (di cui uno di 1 mese), seguire la stessa sorte del fratello, anche lui morto nello stesso modo pochi anni fa: senza parole!
Ogni volta che ripenserò alla vittoria del Mondiale in Germania, inevitabilmente un ricordo andrà anche a lui, sempre presente in radio e alla tv con i suoi servizi giornalistici.

29 novembre 2006

Le scoregge danno alla testa!!!

Lui fa i peti, l'altro lo picchia
Okpala, attaccante nigeriano dei Kickers di Stoccarda, è stato sospeso a tempo indeterminato dal club per aver dato un pugno al compagno di squadra Benda, reo di ripetute flatulenze

MONACO DI BAVIERA (Germania), 28 novembre 2006 - Sospeso a tempo indeterminato dalla propria società per aver colpito con un pugno un compagno di squadra. Un provvedimento all'apparenza sacrosanto quello che è stato inflitto dalla dirigenza dei Kickers di Stoccarda, serie C, all'attaccante nigeriano Christian Okpala, 30 anni. Questi, però, non ha accettato tanto pacificamente la punizione, adducendo, a giustificazione della sua violenta reazione, una scorrettezza davvero poco urbana nei suoi confronti da parte del compagno di squadra, il tedesco Sasha Benda : "Benda mi ha provocato, continuando a emettere flatulenze in mia presenza", ha dichiarato Okpala al quotidiano tedesco Bild. Aggiungendo che il suo compagno di squadra lo perseguitava con le rumorose e poco profumate emissioni ventrali sin dalla passata stagione, quando i due erano insieme all'Augsburg: "Per questo motivo Benda è stato anche multato di 250 euro", ha aggiunto Okpala.
Dopo l'ultimo "attacco" a raffiche di peti da parte del compagno di squadra, il nigeriano non ci ha visto più: "Gli ho detto di smettere di impestare l'aria, ma lui non ne ha voluto sapere ed io ho reagito", si è giustificato. Peraltro l'attaccante si è detto vittima di un complotto da parte della sua stessa società: "Ho la sensazione che i Kickers vogliano liberarsi di me, perché guadagno troppo". Certo, che un club di calcio per far fuori un giocatore ricorra ad assoldare un killer dotato di simili armi chimiche è per lo meno insolito. Alla faccia dell'educazione e del buon gusto. Per fortuna, almeno stavolta, non c'entrerebbe il razzismo.

Articolo tratto da Gazzetta.it

Conosco persone che sarebbero pestate a sangue se tutti reagissero così ad una scoreggia!!!

23 novembre 2006

Una tragedia annunciata

Uccide il figlio e si ammazza
Lo trascina in acqua sotto gli occhi delle sorelline

Adel, cinque anni, si fidava di quel padre grande e severo. Gli voleva bene. È stato tradito: svegliato nel cuore della notte, preso dal suo lettino, portato in auto e legato con il nastro da pacco, imbavagliato. Ha avuto paura, Adel. Piangeva ma nessuno poteva sentirlo con quello scotch che gli tappava la bocca.
Con lui su quell'auto, lanciata a folle velocità sulla statale della Valsugana, c'erano anche le sue sorelle maggiori. Le bambine si sono salvate dalla follia del padre, il piccolo Adel no: gettato nel lago e tenuto con la testa sott'acqua, come un gattino appena nato, dall'uomo che fino a qualche ora prima si era preso amorevolmente cura di lui. Il cuore di Adel ha cessato di battere all'alba di ieri al pronto soccorso dell'ospedale di Trento; pochi minuti dopo è spirato anche suo padre, Achour Belgacem. Follia, follia pura nella mente dell'uomo, algerino d'origine ma da vent'anni in Italia. Stava separandosi dalla moglie, ospite di una struttura protetta, temeva di perdere i figli. E ieri si sarebbe dovuto presentare in Tribunale per la decisione sull'affidamento. Aveva paura di non vederli più. Ha voluto cancellare la propria vita, fallita, prendendo con sé i bambini, uccidendo il più piccolo di loro, il maschietto della famiglia. Ma non avrebbe risparmiato nemmeno le sue bambine, di 10 e 12 anni: con quell'auto, sparata a velocità sostenuta, alle quattro del mattino, voleva finire nel lago, annegare tutti insieme. Ha pure tentato di far saltare in aria il condominio in cui abita, a Castelnuovo in Valsugana, appiccando il fuoco a quattro bombole del gas: un miracolo, nell'irrazionalità di quelle lunghe ore, c'è stato e le fiamme si sono spente per la mancanza di ossigeno. Una lunga notte di follia, dunque, conclusa con l'uccisione del figlio ed il suo suicidio. Achour Belgacem, 48 anni, era arrivato in Italia più di vent'anni fa. Era sposato con una connazionale di dodici anni più giovane, insieme hanno cresciuto tre figli, tutti nati a Borgo, due bambine di 10 e 12 anni ed il più piccolo, Adel di 5. Un passato violento, anche a causa dall'abuso di alcol, aveva rovinato il rapporto con la moglie e gli aveva fatto perdere il lavoro. Numerosi sono stati negli ultimi anni gli interventi delle forze dell'ordine nella casa dell'uomo: era la donna a chiamare, a chiedere aiuto per quel marito violento che scaricava su di lei, con parolacce e percosse, le frustrazioni della sua vita. Tanto che Fatma Zohra Ham, 36 anni, non ce l'ha fatta più a sopportare quell'inferno e se ne è andata, prima con i figli, poi da sola. Era in corso una causa di separazione e l'affidamento dei bambini era diventato per l'uomo un'ossessione. Se ne stava occupando lui dei figli, nell'ultimo periodo: la madre era fuggita in Algeria ed al ritorno aveva trovato sistemazione alla Casa della Giovane. Achour Belgacem temeva di perdere i bambini, l'unico pensiero a lui rimasto dopo essere rimasto senza un lavoro, senza alcuna occupazione. Nel cuore della notte, poche ore prima dell'appuntamento in Tribunale a Trento, la mente dell'uomo si è annebbiata. Ha svegliato i figli, li ha fatti vestire. Era buio e freddo a Castelnuovo, quando l'auto è partita. Prima, sotto gli occhi delle bimbe è sceso nello scantinato della palazzina Itea di via Maccani dove abita, ha sistemato alcuni stracci intrisi di liquido infiammabile sopra quattro bombole del gas da 15 chili e ha dato fuoco. Poi è fuggito sull'auto, sistemando il piccolo Adel, legato ed imbavagliato, accanto al posto guida, le figlie sui sedili posteriori della sua vecchia Audi. Voleva far saltare in aria la palazzina, ma un primo miracolo è avvenuto: le fiamme si sono spente per la mancanza di ossigeno nel locale. Poi un secondo miracolo, in una notte drammatica: lo schianto terribile, l'auto che si incendia, le due bambine che escono illese dalla vettura, salvandosi, attirando l'attenzione di un automobilista che ha dato l'allarme. Erano le 4.30 quando l'Audi ha centrato la rete ed il cancello della villetta estiva della famiglia Belli lungo il lago, nel territorio comunale di Caldonazzo, a poche decine di metri dalla località Terrazze di Tenna. Repentinamente, l'uomo ha sterzato il volante, invaso la corsia opposta di marcia credendo di finire dritto dritto nel lago. Ma la corsa dell'Audi è terminata contro un albero, divelto, e dal motore sono partite le fiamme. Le bambine, nonostante le shock, si sono portate in salvo. Il padre ha tolto dalle fiamme il piccolo Adel, lo ha preso fra le sue braccia. Non è stato un gesto d'amore: lo stringeva a sé ma lo ha portato verso la morte, con un tuffo nell'acqua fredda del lago. Non sono bastati i soccorsi tempestivi delle ambulanze del 118, del medico, dei vigili del fuoco permanenti e volontari, dei carabinieri della Compagnia di Borgo e del Nucleo operativo provinciale. Per più di un'ora il rianimatore ha tentato di far ripartire il cuore del bimbo. Adel è morto in ospedale per le ferite e per il freddo: sul corpicino aveva i segni del nastro adesivo con cui era stato imbavagliato ed immobilizzato.

Articolo tratto da L'Adige.it

Ma com'è stato possibile che i servizi sociali abbiano messo al sicuro la mamma e abbiano lasciato i figli alla mercè di un uomo del genere?! Bisogna seguire i regolamenti, dei pericoli che i bambini possono correre, per rispettare le regole, ci si preoccupa solo dopo che succede l'irreparabile!!!

21 novembre 2006

Fate l'amore non fate la guerra...

San Francisco, "orgasmo globale" per la pace

Organizzato per il 22 dicembre da due pacifisti storici californiani.
«Un orgasmo planetario potrà far avanzare la causa della pace»: tutti invitati a partecipare (tra le propria mura domestiche).

SAN FRANCISCO - Due pacifisti storici di San Francisco, la città della California più 'liberal' degli Stati Uniti, hanno indetto per il 22 dicembre prossimo, all'inizio dell'inverno, una manifestazione di «orgasmo globale per la pace». I due - Donna Sheehan, 76 anni e Paul Refell, 55 anni - sostengono che un orgasmo planetario potrà far avanzare la causa della pace, e chiedono a tutti i pacifisti del mondo (all'interno beninteso delle mura domestiche), di partecipare alla maggiore manifestazione di questo tipo mai organizzata. Secondo Refell, «l'orgasmo offre una incredibile sensazione di pace durante e dopo, creando un vuoto nel cervello, come se si trattasse di uno stato meditativo. E le meditazioni di massa sono in grado di cambiare le cose».

Articolo tratto da Corriere.it

Convinti loro...

16 novembre 2006

Diminuzione della deforestazione

Immagine tratta da Washingtonpost

Speriamo sia vero e che le campagne mondiali di sensibilizzazione abbiano effetto!!!

Diritto alla vita...e alla morte...

WELBY PRONTO ALLA DISOBBEDIENZA CIVILE

ROMA -"Nonostante la mia pubblica richiesta di essere sedato per staccare il respiratore, nessuno vuole prendersi questa responsabilità. Quindi, l'unica via percorribile resta quella della disobbedienza civile che - insieme a Marco Pannella e ai compagni radicali - non potremmo e non potremo far altro che mettere in pratica un giorno da decidere. P.Welby". E' quanto afferma in una lettera Piergiorgio Welby, vicepresidente dell'associazione Coscioni in una lettera inviata ai Presidenti e ai membri delle Commissioni Sanità e Giustizia di Senato e Camera, e per conoscenza, ai Presidenti dei due rami del Parlamento. Dopo il seminario svolto il 27 ottobre scorso, alla Presenza del Presidente della Commissione Sanità Ignazio Marino, con all’ordine del giorno la domanda di Welby rivolta ad autorevoli giuristi, medici, bioetici e politici ("é possibile che mi sia somministrata una sedazione terminale che mi permetta di poter staccare la spina senza dover soffrire?"), il co-Presidente dell Associazione Coscioni ha ritenuto di prendere questa decisione. L'Associazione ha inoltre organizzato per sabato e domenica prossimi una mobilitazione nazionale di raccolta firme sulla petizione rivolta al Parlamento "perché affronti la discussione sulle proposte di legge in materia di decisioni di fine vita e dia l’avvio ad una indagine conoscitiva sul fenomeno dell’eutanasia clandestina".
ESCE “LASCIATEMI MORIRE”
"Ai giorni nostri siamo assediati dalla paura di sopravvivere oltre il limite consentito dalla dignità personale, dal nostro desiderio, dalla capacità di sopportare sofferenze fisiche e mentali". E' l'opinione che Piergiorgio Welby, cinquantunenne romano da oltre quarant'anni affetto di distrofia muscolare e che ormai da trent'anni respira con l'ausilio di un ventilatore polmonare e comunica mediante un computer, affida al libro "Lasciatemi Morire" (Rizzoli), in libreria da domani. Centoquarantesette pagine: quattro capitoletti, una lettera aperta al presidente della Repubblica per rivendicare il diritto alla morte da parte di un uomo che ha già chiesto, senza avere risposta, il permesso "di essere sedato per staccare il respiratore". Secondo l'autore questo "vivere oltre i limiti" è il risultato del progresso della scienza medica che "é in grado di tenere in vita chi un tempo sarebbe morto". "Ma se è la medicina ad aver creato il problema, è doveroso che sia la medicina a preoccuparsi di trovare soluzioni". Per ora Welby, nel contesto italiano vede nella disobbedienza civile l'unico modo possibile per praticare l'eutanasia e mettere così fine a sofferenze insopportabili con una "morte opportuna". "L'eutanasia - si legge nel volume - è l'estremo e generoso aiuto che il medico può offrire per interrompere un percorso di morte". "Quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti, ai ricordi, alle amicizie, alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente “biologica”, io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coerenza del pensiero laico". Così Welby si rivolge, dalle pagine del libro, al presidente Napolitano affidandogli la realizzazione di un sogno: "ottenere l'eutanasia". "Vorrei - scrive - che anche ai cittadini italiani sia data la stessa opportunità che é concessa ai cittadini svizzeri, belgi, olandesi". Inoltre Welby denuncia: "In Italia, l'eutanasia è reato, ma ciò non vuol dire che non “esista”: vi sono richieste di eutanasia che non vengono accolte per il timore dei medici di essere sottoposti a giudizio penale e viceversa, possono venir praticati atti eutanasici senza il consenso informato di pazienti coscienti". "Forse - scrive ancora Welby - quel che ci vuole per ridare ossigeno allo stagnate dibattito italiano è una scossa semantica, una parola che sia priva di incrostazioni, che esprima le contraddizioni che si sono create a causa delle tecnologie legate alla rianimazione, ai supporti che simulano le funzioni vitali". "Noi usiamo una parola che rimanda ad altro, che non ha alcun rapporto con il significato che oggi vogliamo darle". Eutanasia, ricorda l'autore, letteralmente è "buona morte", ma per Welby è "solo una parola falsamente tranquillizzante". "Potremmo dire - aggiunge _ biodignita o ecomorire o finecosciente". L'obiettivo è quello di trovare "una parola che esprima il diritto del malato a non essere ridotto a semplice palestra per esercitazioni e virtuosismi fantascientifici".

Articolo tratto da Corriere.it

Difficile dargli torto, in certe condizioni non si vive ma si cerca di sopravvivere (se non vegetare), quindi se qualcuno è cosciente di quello che fa, perchè non rispettare il suo desiderio di mettere fine a delle sofferenze spesso atroci?

14 novembre 2006

Gli smemorati...

Tokio rivendica un riarmo nucleare "di difesa"

Ammesso che abbia mai avuto complessi di colpa – o di vergogna – per Pearl Harbour e la partecipazione alla Seconda guerra mondiale a fianco delle potenze nazifasciste dell´Asse, Tokyo non ne ha più. E dopo aver mandato un piccolo contingente militare in Iraq – prima uscita dai confini dei soldati nipponici da allora - , e nel bel mezzo della crisi nucleare con la Corea del Nord, ora il Giappone – per la prima volta – rivendica a sua volta un riarmo atomico. In risposta a un'interrogazione scritta alla Camera capo del governo – l´ultraconservatore, Shinzo Abha, membro dell´establishment nipponico – ha dichiarato martedì che, su un piano puramente legale, ritiene di avere diritto a un «minimo necessario» di armi atomiche per autodifesa.
Il governo giapponese, nonostante la disponibilità della Corea a tornare a trattare il suo disarmo atomico in cambio di sovvenzioni economiche, continua a applicare l´embargo. Recentemente Tokyo ha approvato una lista di prodotti posti sotto embargo, nel quadro delle sanzioni decise contro Pyongyang dopo il test nucleare nordcoreano di ottobre. Il segretario del governo giapponese, Yasuhisa Shiozaki, ha riferito che la lista comprende 24 prodotti di lusso, tra cui le sigarette, gli alcolici, i profumi e le motociclette, tutti prodotti utilizzati dai dirigenti nordcoreani e soprattutto dal "caro leader", il dittatore Kim Jong Il. Il Giappone era stato minacciato direttamente da Pyongyang nel pieno della crisi del test nucleare. E sicuramente non intende lasciare alla Cina la potestà strategica sull´intera Asia. Oltretutto in questo periodo i rapporti diplomatici tra Russia e Cina sembrano volti al bello e ciò, da sempre, mette notevolmente in allarme l´altra potenza economica dell´area.


Articolo tratto da L'Unità.it

"Capisco" la voglia di dotarsi della bomba atomica della Corea del Nord, il cui regime dittatoriale vuole dimostrare al popolo la propria potenza, ma una nazione come il Giappone che ha provato sulla sua pelle le tragiche conseguenze della bomba atomica NO!
Non ne hanno avuto abbastanza?!!

Questa sì che è televisione di qualità!

Non mi scandalizza sentire parolacce o vedere spettacolini del genere nelle ore pomeridiane della domenica (anche perchè quando ci sono delle risse verbali o delle cose che non piacciono basta cambiare canale o spegnere la tv), però non capisco perchè per vedere alcuni telefilm o cartoni animati (come "South Park" o "La Famiglia Griffith") considerati troppo volgari o forti devo aspettare che passino le ore ventitre...
Ad altri l'ardua sentenza, intanto io porto le prove del "reato" (ma solo per dovere di cronaca!) perpetrato a "Quelli che il calcio"...

Immagini tratte da Corriere.it

13 novembre 2006

Effetti della guerra in Vietnam

DA NANG, Vietnam -- For a stark reminder of the Vietnam War, people living near the airport in this central industrial city can still stroll along the old stone walls that once surrounded a U.S. military base. But Luu Thi Nguyen, a 31-year-old homemaker, needs only to look into the face of her young daughter.
Van, 5, spends her days at home, playing by herself on the concrete floor because local school officials say her appearance frightens other children. She has an oversize head and a severely deformed mouth, and her upper body is covered in a rash so severe her skin appears to have been boiled. According to Vietnamese medical authorities, she is part of a new generation of Agent Orange victims, forever scarred by the U.S.-made herbicide containing dioxin, one of the world's most toxic pollutants.
For decades, the United States and Vietnam have wrangled over the question of responsibility for the U.S. military's deployment of Agent Orange. But officials say they are now moving to jointly address at least one important aspect of the spraying's aftermath -- environmental damage at Vietnamese "hot spots" such as Nguyen's city, Da Nang -- that are still contaminated with dioxin 31 years after the fall of Saigon.
Though neither Nguyen nor her husband was exposed to the Agent Orange sprayed by U.S. forces from 1962 to 1971, officials here say they believe the couple genetically passed on dioxin's side effects after eating fish from contaminated canals. "I am not interested in blaming anyone at this point," the soft-spoken Nguyen said on a recent day, stroking her daughter's face. "But the contamination should not keep doing this to our children. It must be cleaned up."
Vietnamese and U.S. officials last year conducted their first joint scientific research project related to Agent Orange. Testing of the soil near Da Nang's airport, where farmers say they have been unable to grow rice or fruit trees for decades, showed dioxin levels there as much as 100 times above acceptable international standards.
Now the United States is planning to co-fund a project to remove massive amounts of the chemical from the soil. A senior U.S. official involved in Vietnam policy said the plan is evidence that the two countries, having embarked on a new era of economic cooperation, are finally collaborating to address the problem.
"The need to deal with environmental cleanup is increasingly clear, and we're moving forward from talking to taking concrete actions to respond to the issue," the official said, speaking on condition of anonymity because the project has not yet been publicly announced.
The more politically sensitive issues of responsibility and direct compensation for victims remain unresolved. Although medical authorities here estimate that there are more than 4 million suspected dioxin victims in Vietnam, the United States maintains that there are no conclusive scientific links between Agent Orange and the severe health problems and birth defects that the Vietnamese attribute to dioxin.
Still, with a much-changed Vietnam now among Asia's most dynamic economies -- the French luxury house Louis Vuitton has opened a branch in Hanoi, and the hottest nightspot in the capital is a glitzy disco called Apocalypse Now -- both sides appear more willing to seek common ground. Ahead of President Bush's first official visit to Vietnam this week, some also express hope that they are taking the first steps toward a reconciliation on their most divisive wartime issue.

Articolo tratto da
Washingtonpost.com

Golpe mancato

In un documentario i «brogli» del Polo

MILANO — Uccidete la democrazia!, il nuovo film di Beppe Cremagnani ed Enrico Deaglio con la regia di Ruben H. Oliva, non è questione di sindrome da complotto ma di numeri, numeri e ore. Gli autori lo dicono subito, prima che scorrano in anteprima le immagini e Gola Profonda inizi il suo racconto. La notte di lunedì 10 aprile 2006 è ormai sfumata nel martedì e l'Italia è in sospeso, il flusso dei dati elettorali s'è bloccato, «non si riesce a capire che sta succedendo» dice Romano Prodi, l'esito delle elezioni è più che mai in bilico e intanto a Palazzo Grazioli, quartier generale di Berlusconi, è arrivato Beppe Pisanu. Mai successo che un ministro dell'Interno lasciasse il suo posto in un momento così. C'era già stato verso le 19,20. Per convocarlo, alle 23,14 gli telefonano al Viminale, «l'hanno costretto, letteralmente costretto ad andare». Berlusconi è furibondo, «gli grida in faccia, dice che lui non è disposto a perdere per una manciata di voti». Pisanu torna al Viminale e là ci sono quelli dell'Unione. Marco Minniti, Ds, è piombato in sala stampa agitatissimo, ha cercato i funzionari, ha fatto una telefonata. Poi si è rasserenato. Testimonianze. Immagini dei tg. E Gola Profonda che racconta: più tardi, a Palazzo Grazioli, ci sono quattro uomini chiusi in una stanza. Berlusconi, Bondi, Cicchitto e, ancora, Pisanu. Il Cavaliere non ci sta. E il clima si fa pesante, per il ministro. Volano insulti, «vigliacco», «traditore». Sono le 2.44 quando Piero Fassino annuncia alle telecamere: abbiamo vinto. A quanto pare dal film, il grande imbroglio informatico è sfumato in extremis, il programma che nel sistema di trasmissione dati del Viminale trasformava le schede bianche in voti per Forza Italia è stato fermato a ventiquattromila voti dal traguardo, l'esiguo vantaggio dell'Unione. E a questo punto le immagini rallentano, scrutano il volto segnato del segretario Ds, le occhiaie scure, lo sguardo cupo, mai vista una proclamazione così. In via del Plebiscito Berlusconi fa chiamare l'onorevole Ghedini, vuole preparare un decreto che dice farà approvare dal Consiglio dei ministri per sospendere il risultato elettorale fino a un nuovo conteggio e assicura che lo farà firmare a Ciampi.
Ma dal Colle fanno sapere che il Presidente «non vuole neanche sentirla», una richiesta simile. Abbiamo evitato un golpe? «Non s'innamori dei paroloni: guardi i numeri», sorride Gola Profonda, alias uno strepitoso Elio De Capitani, l'ex «Caimano» di Moretti che nel film incarna tutte le fonti riservate dell'inchiesta. Il personaggio che racconta quella notte delle Politiche 2006 è fittizio, «ma i numeri sono veri», spiega Deaglio, «aspettiamo che intervengano i magistrati, che il ministro chiarisca, che il presidente Napolitano ci rassicuri ». Gli autori sono partiti da un libro, Il broglio, firmato da un anonimo «Agente Italiano» e uscito a maggio. Il dvd contiene i dati provincia per provincia. Numeri che il Viminale pubblica di solito «dopo 40 giorni» e fino ad oggi sono rimasti riservati. Perché? «Perché sono impresentabili, ecco perché». Al centro del «docu-thriller», il mistero delle schede bianche. Dalle Politiche 2001 a quelle 2006, per la prima volta nella storia della Repubblica, sono crollate: da 1.692.048 ad appena 445.497, 1.246.551 in meno. Maggiore partecipazione? Ma gli elettori, al netto dei votanti all'estero, sono stati di meno: 39.424.967 contro i 40.190.274 di cinque anni fa. E soprattutto ci sono le «anomalie» statistiche. L'Italia è varia, la percentuale di «bianche» nel 2001 cambiava ad ogni regione, 2,6 in Toscana, 9,9 in Calabria, 5,5 in Sardegna... L'animazione del film fa ruotare lo Stivale come in una centrifuga, nel 2006 i dati sono omologati, «tutto dall'1 al 2%, isole comprese!». Tutto più o meno uguale, e non un posto dove le bianche non siano calate. In Campania, per dire, si è passati da 294.291 bianche a 50.145, meno duecentocinquantamila, dall'8 all'1,4%. E poi c'è la successone degli eventi. Alle 15 il primo exit-poll dà all'Unione cinque punti di scarto, come tutti i sondaggi. Ma alle 15,45 Denis Verdini, responsabile dell'ufficio elettorale di Forza Italia, dice che «alla Camera è testa a testa, lo si vedrà dopo diverse proiezioni».
E infatti: un'animazione mostra la «forbice» tra gli schieramenti che diminuisce «regolare come un diesel», ogni ora la Cdl guadagna mezzo punto e l'Unione lo perde. I primi dati del Viminale arrivano alle 20,19 e proseguono col contagocce. Alle 21,38 l'Ulivo invita a «presidiare i seggi», quando si bloccano i dati manda il segretario provinciale a Caserta. Inizia la lunga notte. Resta da scoprire l'arma del delitto. E Deaglio, nel film, vola in Florida a intervistare Clinton Curtis, programmatore informatico che nel 2001, inconsapevole, preparò un software per truccare le elezioni e poi ha denunciato tutto e ne ha fatto una battaglia. «Qualsiasi broglio le venga in mente, con la matematica si può fare». E al direttore di Diario, in mezz'ora, prepara un programma che distribuisce in automatico le bianche a uno schieramento lasciandone una percentuale tra l'1 il 2, «si può inserire nel computer centrale o a metà della rete, bastano quattro o cinque persone». Deaglio dice che le bianche mancanti e i voti in più di Forza Italia corrispondono: «Sono gli unici risultati sbagliati dagli exit-poll». Problema: se è vero, perché Berlusconi ha perso? La tesi del film è nella domanda che Deaglio fa a Curtis: è possibile interrompere il processo? «In ogni momento». Si torna alla notte di Palazzo Grazioli. Le pressioni su Pisanu. Il «colpo di teatro», l'arresto di Provenzano l'indomani. E l'«antropologia» dei democristiani, il loro fiuto infallibile. Gola Profonda conclude: «Quella sera il ministro ha fiutato. Ha capito subito che Berlusconi era un gatto che si agitava, ma era un gatto morto. E ha agito di conseguenza».

Articolo tratto da Corriere.it


Per fortuna che sono i "COMUNISTI" che ce l'hanno su con il Cavaliere e complottano contro di lui!
Dopo aver scoperto che l'uno per mille destinato "in beneficienza" è stato usato per sovvenzionare la missione in Iraq e Afghanistan cos’altro scopriremo nell’armadio del precedente governo?!

10 novembre 2006

I Repubblicani perdono le elezioni di metà mandato in U.S.A.: che gli Americani si siano accorti delle cavolate fatte da Bush?!

WASHINGTON - «Dobbiamo lavorare assieme per i prossimi due anni». Il presidente americano, George W. Bush, ammette di essere «deluso» per la sconfitta elettorale dei repubblicani, riconosce di avere una parte di responsabilità e tende la mano ai democratici dopo il risultato delle elezioni di medio termine. «Per loro è stata una bella notte. Adesso bisogna superare le differenze per aiutare l'America a risolvere i suoi problemi. Gli americani vogliono che i partiti lavorino assieme per affrontare le sfide del futuro. Possiamo lanciare una nuova era di cooperazione».
«NUOVA DIREZIONE» - «Gli elettori vogliono che ci muoviamo in una nuova direzione - ha affermato Bush durante una conferenza stampa alla Casa Bianca - e credo che si debba rispettare la loro volontà. Sono ovviamente dispiaciuto ma ora occorre lavorare di comune accordo per guidare il Paese». La nuova direzione riguarda anche l'Iraq. «Parleremo con i nuovi deputati e senatori e ascolteremo le loro idee - ha detto Bush - e la prossima settimana conosceremo i risultati del gruppo di studio guidato dall'ex segretario di Stato, James Baker».
LA QUESTIONE IRACHENA - «Sono cambiate molte cose con queste elezioni - ha ammesso Bush - ma non cambiano le mie responsabilità principali: proteggere gli Usa dai pericoli». A proposito delle dimissioni di Donald Rumsfeld, Bush ha detto che la decisione era stata stata presa prima delle elezioni: «Ne parlavamo già da tempo. Non ho voluto annunciarla prima per non iniettare insicurezza negli ultimi giorni della campagna elettorale. Ma avevo già parlato con Rumsfeld della necessità di avere nuove prospettive sulla missione irachena. E anche lui era d'accordo. Insieme, ieri (martedì, ndr), abbiamo deciso che era giunto il momento di accettare le sue dimissioni». «Sono certo che Robert Gates (ex direttore della Cia, ndr) sarà in grado di offrire queste nuove prospettive - ha detto ancora il presidente - grazie alla sua esperienza manageriale. Restiamo impegnati per la vittoria. La sconfitta in Iraq non è un'opzione. Le nostre truppe torneranno a casa solo quando la vittoria in Iraq sarà completa. Quando il lavoro sarà finito». Il presidente ammette però che «c'è bisogno di qualche aggiustamento nella tattica. Anche Rumsfeld ha capito che l'Iraq non è una questione che si sta risolvendo in modo sufficientemente positivo e veloce. Insieme abbiamo valutato la situazione e abbiamo concordato il nuovo leader al Pentagono». Poi il presidente lancia un messaggio ai nemici dell'America: «Non dovete essere contenti di questa sconfitta. Noi andremo avanti».

Articolo tratto da Repubblica.it

Che sia la volta buona che gli Stati Uniti la smettano di pensare di essere i padroni del Mondo?
Che finalmente abbiano capito (dopo essersi resi conto di essere finiti in un nuovo Vietnam!) che la storia di esportare la democrazia in Iraq era solo una scusa per avere nuove riserve di petrolio a portata di mano?
Mah...

Nuovo utilizzo reggiseno!

Il reggiseno si trasforma in una borsa della spesa.
Dal Giappone l'ultima trovata per fare a meno dei sacchetti di plastica.

Notizia apparsa su Corriere.it

Non sanno più cosa inventare per non pensare alla minaccia delle bomba atomica posseduta dalla Korea del Nord...come dargli torto!

Attenti da chi vi fate addormentare

ADDORMENTAVA I PAZIENTI E LI FOTOGRAFAVA NUDI
Un medico della California è stato accusato dalla polizia di avere fotografato decine di pazienti nudi sul lettino del suo ambulatorio. Il dottor Tony Shiu somministrava ai suoi pazienti, tutti maschi, una sostanza che li addormentava consentendo così al medico di ritrarre le sue vittime mentre giacevano senza vestiti. Il medico era entrato nell' indagine della polizia in agosto dopo che due uomini avevano denunciato di essersi risvegliati nella abitazione di Shiu a Dublin (California) in stato confusionale dopo avere bevuto con lui un liquore la sera prima. Test in ospedale avevano fatto scoprire che i due avevano nel sangue tracce di una sostanza che viene usata per ridurre l'ansia, ma che può anche produrre perdite di memoria. Inoltre uno dei due aveva segni di violenze sessuali. L'indagine della polizia aveva fatto scattare una perquisizione della abitazione del medico col ritrovamento di centinaia di foto digitali di pazienti nudi e inconsci stesi sul lettino dell'ambulatorio del dottore.

Articolo tratto da ANSA.it

06 novembre 2006

Guida Web ai W.C.

PARIGI - Il bagno del bar 'Appellez-moi rose' a Lione "vale la visita: molto pulito, decoro originale e giornali da leggere a disposizione". Quello della scuola di Couillet, in Belgio "e' sporco, ha un odore orribile e le porte nemmeno si chiudono". Parola degli internauti di www.baignade-interdite.com, prima guida sul web dei w.c. pubblici francesi ed internazionali. Il sito è stato lanciato nel 2002 e conta già oltre 1.300 schede per altrettanti gabinetti repertoriati e segnalati. L'idea è di segnalare i bagni visitati (ed usati) per avvertire gli altri internauti: gli scopi di quelli che compilano le schede sono vari. Alcuni affermano con convinzione che "vale la pena" visitare certe toilette per il decoro originale o l'eccellente livello di pulizia. Altri invece lanciano l'allarme: in certi bagni è meglio non metterci piede. Come, per esempio, il w.c. pubblico di La Pernelle, un paese nella regione francese della Manche, questo mese nella top ten di quelli peggiori. Sulle schede vanno compilati gli spazi riguardanti lo stato di pulizia e l'odore; poi bisogna indicare i dettagli del luogo come la presenza di carta igienica, di un lavabo dotato di sapone, acqua calda e asciugamano, se il locale è profumato con il deodorante e se c'e' una ventola per l'aerazione. C'e' anche la possibilità di completare il 'profilo' del bagno con una fotografia. Il migliore w.c. del mese scorso è quello del grande magazzino Leroy Merlin a Mondeville, in Francia: l'internauta DamDam, che ha compilato la scheda, ha scritto nel profilo che "il risultato è eccellente e invoglia a contattare l'impresa che ha costruito questa toilette". Un motore di ricerca permette di trovare i bagni già repertoriati a partire dalla città o dallo stato dove si trovano: nel sito sono presenti schede riguardanti toilette in 678 città di 43 Paesi. Ci sono schede di alcuni hotel di diverse città fra cui Roma, di alcuni musei come il palazzo Pitti di Firenze, ma sono stati visionati anche un anonimo Burger King di New York e i w.c. pubblici di Nuova Delhi. Il sito lancia inoltre diversi sondaggi, ovviamente tutti riguardanti bagni e affini. Telefonare dal w.c. è per il 57% degli intervistati una cosa "che può succedere, malgrado i rischi". Il w.c. preferito dal 52% dei votanti è il gabinetto classico, mentre il 15% preferisce quello alla turca e il restante 33% "non va mai in bagno" quando frequenta luoghi pubblici. Soddisfatta del successo crescente del sito (che dalla sua creazione è stato visitato da oltre 766.000 persone) l'equipe che lo ha lanciato ne sta già preparando una seconda versione, che conterrà anche la nuova rubrica "w.c. nella storia".

Tratto da ANSA.it...SENZA PAROLE!!!

City of God (Cidade de Deus)

Un bel pugno nello stomaco!
Il film parla della vita nelle Favelas brasiliane, nelle quali la violenza è la compagna di viaggio quotidiana.
Ecco qui la scheda.
Tratto dal romanzo del brasiliano Paulo Lins, il film racconta la vita di una favela – Cidade de Deus – ai margini di Rio de Janeiro, partendo dagli anni ’60 per contrapporre al suo disfacimento l’ascesa di alcune potenti gang di quartiere. Buscapé, undicenne locale con un speciale talento per la fotografia, insegue i suoi sogni per sfuggire ad un esistenza segnata dal crimine e dalla corruzione. Tra episodi di violenza e il patimento di una povertà devastante, il timido studente descrive così il suo mondo e quello delle feroci bande giovanili, rischiando di frequente la propria incolumità.
At
traverso trent’anni di vita (dai 60’ agli 80’) e la prospettiva di due generazioni, “City of God” racconta la discesa agli inferi di un’intera classe sociale condannata ad implodere entro i confini della propria miseria, il cui esilio, culturale ed economico, ha irrimediabilmente condisceso all’inasprimento di una cornice esistenziale avvelenata dalla violenza e dalla criminalità. La morte – più che in altri gangster-movies di stampo tarantiniano a cui vien facile paragonarlo – si perde per il regista Fernando Meirelles nei dettagli del quotidiano, come parte dello spazio scenico a cui lo sguardo finisce, suo malgrado, con l’abituarsi. È l’impulso indotto da una ricerca estetica e narrativa che ostenta toni documentaristici, per giustificare il senso di una realtà volutamente non spettacolarizzata, ma piuttosto rifinita da Meirelles con una peculiare interdipendenza tra i cromatismi della scena e la graduale metamorfosi dell’ambiente (ricordando, in questo, un certo uso sintattico del technicolor).
I tre decenni divengono così altrettante tappe stilistiche, mediate dalla voce fuoricampo del g
iovane protagonista ed influenzate dal soggettivismo di un resoconto empirico solo nella descrizione del presente, ma pervaso di risonanze leggendarie quando si trova a riferire un passato di cui non ha esperienza. Il degrado dello scenario suburbano, semmai, viene espresso nella sua integrità dalle scelte di pre-produzione: ricorrendo, cioè, a circa 200 attori non professionisti scelti tra le favelas – molti chiamati ad interpretare la loro stessa vita – per consentire una verosimiglianza scandita dalla fisionomia, dal linguaggio e dalla gestualità di coloro che non tracciano linee di demarcazione tra l’artificio cinematografico e la dolorosa incidenza della propria routine.

CAST TECNICO ARTISTICO
Regia: Fernando Meirelles
Sceneggiatura: Braulio Mantovani
Fotografia: Cesar Charlone
Scenografia: Tulé Peak
Costumi: Bia Salgano, Ines Salgado
Musica: Ed Cortes, Antonio Pinto
Montaggio: Daniel Rezende
Prodotto da: Andrea Brata Ribeiro, Mauricio Andrade Ramos
(Brasile/Francia/USA, 2003)
Durata: 130'
Distribuzione cinematografica: Mikado

PERSONAGGI E INTERPRETI
Buscapé: Alexandre Rodrigues
Ze Pequeno: Leandro Firmino da Hora
Sandro Cenoura: Matheus Nachtergaele
Mane Galinha: Seu Jorge
Dadinho: Douglas Silva

03 novembre 2006

Il fotoreporter italiano Gabriele Torsello è stato liberato

Qualche volta ci sono anche delle buone notizie!!!

Afghanistan, Torsello è stato liberato
Era stato rapito il 12 ottobre. Parisi e D'Alema si congratulano con il Sismi.Sul sito di Peacereporter: «Trovato sulla strada per Kandahar, è già in mani italiane». Le prime parole: «Sto bene, vi amo tutti»

KABUL - Dopo 23 giorni, l'incubo è finito. Gabriele Torsello, il fotoreporter italiano sequestrato il 12 ottobre nel sud dell'Afghanistan, è stato liberato. La conferma arriva dal ministero della Difesa e da Emergency con questo comunicato pubblicato sul sito di Peacereporter: «Oggi, venerdì 3 novembre, intorno alle 10 ora italiana (le 13.30 in Afghanistan) una telefonata all'ospedale di Emergency a Lashkar-Gah ha indicato che sulla strada per Kandahar si sarebbe potuto trovare Gabriele Torsello liberato. Un membro afgano dello staff di Emergency, viaggiando nella direzione indicata, ha trovato Gabriele Torsello e lo ha accompagnato da incaricati del governo italiano. Emergency ha immediatamente avvertito i familiari, il ministero degli Esteri e l'ambasciatore italiano a Kabul». Torsello ha telefonato a casa per salutare e rassicurare la famiglia ad Alessano, in provincia di Lecce: «Sto bene, sto bene, vi amo tutti», ha ripetuto ai genitori.
IL GOVERNO RINGRAZIA IL SISMI - Ottenuta la conferma del rilascio, il ministro della Difesa Arturo Parisi si è complimentato con il Sismi «per il decisivo contributo dato alla liberazione di Torsello». Soddisfazione anche nel commento di Massimo D'Alema, numero uno della diplomazia italiana. Il ministro degli Esteri ha anch'egli rivolto «un ringraziamento particolare al Sismi, che ha svolto un ruolo essenziale durante tutto il complesso evolversi della vicenda». Il responsabile della Farnesina ha poi sottolineato «la fattiva collaborazione assicurata da Emergency per i contatti con il nostro connazionale e dall'organizzazione Peacereporter, come pure da altri mezzi di informazione italiani, per il senso di responsabilità e professionalità dimostrati nella diramazione delle notizie riguardanti le varie e delicate fasi del sequestro». «Un ringraziamento particolare - sottolinea il premier Prodi in una nota - va alla Farnesina, al ministero della Difesa e a quanti, in questi lunghi giorni, hanno operato fattivamente per portare in salvo Torsello e restituirlo all'affetto dei suoi familiari e al suo lavoro». Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso «gioia e soddisfazione».
«NESSUN RISCATTO» - «Posso dire che è stato un negoziato lungo e difficile, ma non mi risulta che sia stato pagato alcun riscatto per la liberazione del fotoreporter italiano Gabriele Torsello», è quanto ha affermato Elisabetta Belloni, responsabile dell'unità di crisi della Farnesina.
LA SODDISFAZIONE DELL'INTELLIGENCE - La liberazione di Torsello «premia la linea del governo, della diplomazia e dell'intelligence». In ambienti dei servizi di sicurezza si commenta così la felice conclusione del sequestro del fotoreporter italiano. Il governo «ha mantenuto un atteggiamento di assoluta fermezza garantendo agli operativi sul posto l'autorevolezza necessaria per operare al meglio» e la rete del Sismi in Afghanistan «ha lavorato senza sosta in queste settimane per arrivare ad un buon esito della vicenda. È stato confermato - si dice negli ambienti dei 007- che i rapitori erano motivati più da ragioni economiche che politiche».
LA TELEFONATA - Segnali di ottimismo, sulla positiva conclusione del rapimento del freelance originario della Puglia, si sono registrati fin dalla mattina di venerdì. Ieri Torsello, dopo una decina di giorni di black out, si era fatto sentire con una telefonata ad Emergency nella quale chiedeva del figlio.

Articolo tratto da Corriere.it

Volantino censurato sull'undici settembre

Passaporti di terroristi che resistono alle fiamme dell'inferno e cascano intatti in mano agli agenti dell'FBI. Dilettanti dell'aria che non sono mai riusciti a prendere il brevetto per gli aerei da turismo, che si impadroniscono di Boeing da 100 tonnellate e gli fanno fare manovre degne della pattuglia acrobatica. Il testamento di un terrorista che ricompare, senza nemmeno una scottatura, dallo schianto dell'aereo in Pennsylvania. La difesa aerea più impenetrabile del mondo che non riesce ad intercettare uno solo di quei quattro aerei dirottati nell'arco di oltre due ore. Un' FBI che in 48 ore riesce a darci la lista completa dei dirottatori, con tanto di fotografie, quando sulle liste passeggeri non compariva un solo nome arabo. Dirottatori maldestri, che riescono a seminare dappertutto copie del Corano e manuali di volo in quantità industriali. Passeggeri che telefonano coi cellulari da 8 mila metri di altitudine come se fossero dietro l'angolo.
QUESTO È STATO L'11 SETTEMBRE, TUTTO QUESTO E NON SOLTANTO...


Se volete leggere l'intero
volantino scaricatelo da qui
Materiale tratto da "Associazione Culturale Venere"

31 ottobre 2006

Halloween: una festa che non ci appartiene

Benissimo la globalizzazione e il rispetto delle altre culture, ma questo non vuol dire fare proprie delle festività che con la nostra tradizione hanno poco o niente a che fare. Quando ero piccolo Halloween era una festa che si vedeva solo nei telefilm americani, adesso stranamente è diventato un business anche in Italia! Quale sarà la prossima ricorrenza che una multinazionale deciderà di sfruttare: il capodanno cinese o qualche celebrazione indù?!


HALLOWEEN (corrispondente alla vigilia della festa cristiana di Ognissanti) è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana ora tipicamente americana e canadese. Tuttavia le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee. Viene fatta infatti risalire al 4000 AC quando le popolazioni tribali usavano dividere l'anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre la terra si prepara all'inverno ed era necessario - allora come adesso - ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween.

CELTI
In Europa la ricorrenza si diffonde con i Celti: all'incirca nel 2300 AC questa popolazione inizia a spostarsi dall'area del Mar Mediterraneo fino alle coste più settentrionali nelle isole Britanniche. Questo popolo festeggiava la fine dell'estate con Samhain, il loro capodanno. In gaelico Samhain significa infatti fine dell'estate (Sam + Fuin). A sera tutti i focolari venivano spenti e riaccesi dal sacro falò curato dai Druidi a Tlachtga, vicino alla reale collina di Tara. Nella dimensione circolare del tempo seguita dai Celti, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale, che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo: in questo momento il velo che divideva dalla terra dei morti (Tir na n'Og) si assottigliava ed i vivi potevano accedervi. I celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi. Da qui l’usanza del trick-or-treating. Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti. Si ricollega forse a questo la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccoso: "Dolcetto o scherzetto?" ("Trick or treat" nella versione inglese). Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse.

ROMANI
Con il dominio romano fu esportata, verso la Britannia la festa di Pomona: una festa del raccolto che venne associata a Samhain nel tentativo di staccare il popolo britannico dal legame con i Druidi, la loro casta di sacerdoti-re-guerrieri.

CRISTIANESIMO
Il Cristianesimo, come già la dominazione romana, tentò di incorporare le vecchie festività pagane dando loro una connotazione compatibile con il suo messaggio. Papa Bonifacio IV istituì la festa di tutti i santi, collocandola nel medesimo periodo di Samhain. Nella festa, istituita il 13 maggio 610, venivano onorati i cristiani uccisi in nome della fede. Per oltre due secoli le due festività procedettero affiancate, sino a che papa Gregorio III ne fece coincidere le date nel 834. Quell'anno l'Ognissanti fu spostata dal 13 maggio al 1 novembre per dare ai cristiani l'opportunità di ricordare tutti i santi e, il giorno dopo 2 novembre, tutti i cristiani defunti (Festa dei defunti). Le popolazioni celtiche cominciarono a non fare più differenza tra le due e già nel 1500 si era quasi del tutto persa la memoria della vecchia tradizione. Si ebbe, inoltre, una recrudescenza di proibizionismo dal 1630 al 1640, quando la chiesa di Roma fece in modo di far sopprimere ogni festa di tipo pagano legata a questa ricorrenza. Alcuni storici ritengono, inoltre, che il ruolo femminile nella società celtica fosse paritario all'uomo e che nella festa di Samhain le donne fossero protagoniste. Si ritiene che la concezione della donna come sottomessa all'uomo sia stata introdotta dal Cristianesimo o che, quantomeno, questo l'abbia fortemente incentivata. La connotazione femminile dell'antica festa celtica potrebbe essere stato un ulteriore incentivo a voler cancellare il significato originale della festa di Samhain. Originariamente si celebrava nel mese di maggio e non il 1° novembre. Fu nel 1048 che Odilo de Cluny decise di spostare la celebrazione cattolica all’inizio di novembre al fine di detronizzare il culto di Samhain. In inglese la vigilia si chiama “All Hallowed Eve”, che divenne poi Halloween. Nei paesi di lingua inglese la festa divenne Hallowmas (1 novembre) che significa: una messa in onore dei santi; la vigila divenne All Hallows Eve (31 ottobre) che si trasformò nel nome attuale: Halloween.

U.S.A.

Molti pensano che furono gli Irlandesi a portare le celebrazioni di Halloween in America, in realtà questa ricorrenza è legata al passato della maggior parte dei popoli europei, ognuno con le sue tradizioni. È in America che tutte queste tradizioni confluiscono fino a portare alle moderne celebrazioni. Inizialmente era una festa regionale, legata al tipo di immigrati ed alla fede religiosa personale. In epoca vittoriana furono gli strati più elevati della società ad impadronirsi della festa: era di moda, in America, organizzare feste, soprattutto a scopo benefico, la notte del 31 ottobre. Era necessario eliminare i collegamenti con la morte ed amplificare i giochi e la parte scherzosa e ludica della festa. Già nel 1910 le fabbriche americane producevano tutta una serie di prodotti legati unicamente a questa festa. Prende in questo periodo la connotazione di “notte degli scherzi” o “notte del diavolo” durante la quale ci si abbandonava all'anarchia ed erano ricorrenti gli atti di vandalismo, fino al punto da ritenere opportuno l’annullamento della festività. Con la seconda guerra mondiale si fece leva sul patriottismo americano e la festa servì a tenere alto il morale delle truppe ed il vandalismo degli scherzi di peggiore specie venne eliminato. Terminato il conflitto mondiale i bambini si impossessarono della festa, anche grazie alle aziende, che dedicarono a loro tutta una serie di costumi, dolci e gadget trasformando la festa in un affare commerciale. Alimentarono l'affare con storie di lamette nei dolci e avvelenamenti di caramelle fatti in casa, inducendo gli americani a volgersi verso dolci preconfezionati.

JACK O'LANTERN
È usanza ad Halloween intagliare zucche con volti minacciosi e porvi una candela accesa all'interno. Questa usanza nasce dall’idea che i defunti vaghino per la terra con dei fuochi in mano e cerchino di portare via con se i vivi (in realtà questi fuochi sono i fuochi fatui, causati dalla materia in decomposizione sulle sponde delle paludi); è bene quindi che i vivi si muniscano di una faccia orripilante con un lume dentro per ingannare i morti. L'usanza è tipicamente americana, ma probabilmente deriva da tradizioni importate da immigrati europei (l'uso di zucche vuote illuminate è documentato anche in alcune località dell'Emilia Romagna).


Tratto da Wikipedia

30 ottobre 2006

Anche Valentino Rossi è un essere umano!

Mi dispiace tantissimo che Valentino Rossi sia caduto nel giorno che poteva consegnarli l'ottavo titolo mondiale, più di tutto non mi piace che abbia vinto Hayden che come talento non vale un decimo di Rossi, Melandri o Capirossi (questo è il mio parere...). Vabbè, vorrà dire che l'anno prossimo ci riproverà un'altra volta e poi magari passerà alla Ducati...magari un campione del mondo italiano su una moto italiana!!!


VALENCIA (Spagna), 28 ottobre 2006 - La festa era nell'aria, forse troppo. Ma l'acquolina in bocca è rimasta tale. Anche nella metafora utilizzata da Valentino Rossi per cristallizzare in una battuta tutta la sua grande delusione. "Ci hanno fatti morire grassi come il maiale...". Ovvero gli hanno consentito di rimontare e poi fatto perdere tutto sul più bello. "Si dice così dalle mie parti - ha spiegato - e devo dire che provo tanta amarezza per l'esito del mondiale". "Sono un po' triste - ha ammesso - . Perdere è una sensazione nuova per me e non ci sono abituato". Anche se "in quest'ultima gara sono stato un po' sfigato". Perché "abbiamo sbagliato ancora una volta la scelta della gomma posteriore. Oggi non andava, come era successo all'Estoril". Ma è scattato malissimo dalla pole. "Il semaforo è rimasto acceso più a lungo del solito - ha spiegato il suo avvio incerto Valentino - e quando ho mollato la frizione la moto mi s'è impennata, così ho perso tante posizioni". Poi è arrivata la ciliegina nera sulla torta dela disfatta. "Ho sbagliato, certo, scivolando. Però - s'è giustificato il pesarese - durante le prove ho forzato in tutti i modi in quella curva per vedere, e l'ho fatto almeno cinquecento volte, se la gomma anteriore teneva. Ha sempre tenuto bene, oggi no". Nella scivolata la moto s'è danneggiata parzialmente. "S'è storto il manubrio dal lato sinistro, nelle frenate più brusche non riuscivo a tenerla bene e mi fa male la spalla. Poi s'è piegata anche la leva della frizione e rotta un po' la pedana". Ma non ha mollato. "Hayden non ha vinto perché oggi le Ducati andavano molto forte, ma ha vinto il mondiale lo stesso". Roba da piangere. "Non ho pianto ma sono molto dispiaciuto. Perdere così e sapere di non poter avere una rivincita il prossimo anno, cosa che sarebbe successa se avessi scelto di passare alla Ferrari, mi avrebbe lasciato l'amaro in bocca per tutta la vita. Ora più che mai sono convinto di aver fatto la scelta giusta". Dopo il traguardo ha stretto la mano del rivale americano. "Faccio i miei complimenti a Nicky. Anzi dico che se proprio il titolo doveva vincerlo un altro Hayden era in cima alla lista di quelli che avrei voluto che vincessero al posto mio. Perché è un bravo pilota ma anche un bravo ragazzo; quando lo incontro nel paddock ci sorridiamo sempre. Dopo la gara avrei voluto abbracciarlo, ma lui in quel momento non ci capiva più un cacchio". "Mi metto in ginocchio e tanto di cappello alla mia squadra, a tutti i ragazzi del team che hanno lavorato bene. Sono triste però non ho mollato. Anzi, siamo riusciti a rimontare da meno 51 punti e siamo arrivati a giocarci il titolo all'ultima gara. Non mollare mai è stato il nostro punto di forza". Però ci sono stati errori: più che altro imputabili alla Yamaha e alla Michelin. "Vuol dire che oggi - ha sorriso Valentino - mi sentivo a disagio e ho voluto sbagliare anch'io". C'è una morale in questa sconfitta? "Sì. I supereroi imbattibili esistono solo nei fumetti e nei film. Non sono reali. Se avessi vinto oggi mi sarei sentito un supereroe, quello che ha sempre vinto nell'epoca della MotoGp 1000. Invece...".

Articolo tratto da Gazzetta.it

La mappa degli autovelox

INFORMAZIONE UTILE A TUTTI GLI AUTOMOBILISTI!!!

"Operazione trasparenza", così alla polizia Stradale hanno battezzato il nuovo rapporto con gli automobilisti. All'insegna della prevenzione e nella speranza di far rallentare gli automobilisti nei pressi dei punti più pericolosi è iniziata una nuova pubblicità per gli Autovelox, i Tutor e tutto gli altri congegni per misurare le violazioni ai limiti di velocità. "Speriamo che questa nuova tendenza duri il più a lungo possibile - ci ha raccontato Giordano Biserni, presidente dell'ASAP, Associazione sostenitori della polizia - perché è meglio far rallentare 100 automobilisti indisciplinati che punirne uno solo". I dati che pubblichiamo sono del ministero dell'Interno del Servizio Polizia Stradale. Da oggi sulle nostre pagine troverete quindi la mappa completa delle postazioni mobili - quelle fisse sono ormai arci-note e segnalate anche da giganteschi cartelli - aggiornata settimana dopo settimana. Lo spirito di tutta questa operazione, ovviamente, è quello di affiancare la stradale nella sua opera di prevenzione. In pratica, "leggete e rallentate".

Articolo tratto da
Repubblica.it

19 ottobre 2006

Las Vegas, il Picasso danneggiato

Acquista un Picasso e lo buca. Il dipinto "Le Reve" (The dream) di Picasso, è stato comprato qualche settimana fa da Steve Wynn, un miliardario, proprietario di diversi casino e hotel di Las Vegas per la cifra di 139 milioni di dollari. Ma Wynn ha presto trasformato il suo sogno nel peggiori degli incubi: ha, per errore, appoggiato un gomito sulla tela provocando un buco, danneggiando seriamente il quadro. E'ora sua intenzione provvedere al restauro dell'opera d'arte.
Articolo tratto da
Repubblica

18 ottobre 2006

Attenti a non essere sospettati di terrorismo: non sareste più degli esseri umani!!!

Il cow boy senza macchia nè paura ne ha fatta un'altra delle sue, ha orgogliosamente firmato una "legge" che di fatto permette allo stato più democratico del mondo (quello che ha così tanta democrazia da potersi permettere anche di esportarla!) di non garantire i diritti fondamentali di ogni uomo ed in nome del bene comune fare ciò che vuole. Niente di nuovo sotto il sole, vediamo adesso come e quando verrà applicata questa "legge", chi saranno le prime vittime?!
Ecco qui l'articolo tratto da
Repubblica

Guantanamo, Bush firma la legge
sui processi per terrorismo

WASHINGTON - Firmata oggi dal presidente Usa Bush la contestata legge sugli interrogatori "duri" contro i sospettati di terrorismo. La legge contempla l'utilizzo di prigioni segrete della Cia, dure pratiche di interrogatorio e processi militari. ''E' un'occasione rara quando un presidente può firmare una legge sapendo che può salvare la vita a degli Americani. Io stamattina ho questo privilegio'', ha detto Bush alla Casa Bianca durante la cerimonia per la firma, fiancheggiato da alti ufficiali militari e dell'intelligence statunitense. Il presidente americano ha dedicato la firma della legge alle vittime dell'11 settembre e nel suo discorso ha più volte ricordato la tragedia del World Trade Center, nel chiaro intento di ricordare agli americani, a meno di tre settimane dalle elezioni di medio termine, l'impegno dell'amministrazione americana sul fronte della sicurezza. Un impegno simbolizzato nel cartello che campeggiava nell'East room della Casa Bianca, che ha ospitato la cerimonia, "Proteggere l'America". Il provvedimento protegge i prigionieri nelle mani degli Usa dal ricorso negli interrogatori a qualunque trattamento "crudele e disumano". Nello stesso tempo, non è però previsto per loro il diritto di appellarsi a corti federali negli Usa e non è riconosciuto l''habeas corpus', cioè il ricorso per contestare una detenzione ritenuta ingiusta. Quanto ai processi, sono stati introdotti durante il dibattito in Congresso vari diritti che la Casa Bianca non era in un primo momento disponibile a concedere: il ricorso a fonti di prova estorte con la forza o a materiale coperto dal segreto è stato per esempio fortemente limitato (ma non cancellato). Fortemente voluta dall'inquilino della Casa Bianca, la nuova legge ha subito durissime critiche da parte dell'opposizione democratica e creato dissensi anche fra i repubblicani, al punto da rendere tortuoso fin qui l'iter di approvazione. La normativa istituisce delle Commissioni militari, ossia dei tribunali speciali (dichiarati illegali dalla Corte suprema lo scorso giugno) per i processi dei detenuti a Guantanamo, e convalida tutte le ''procedure alternative'', ovvero gli interrogatori in segreto e senza garanzie fatti dalla Cia. Per i detrattori di Bush, fra cui la stessa Unione Europea che ha richiamato gli Usa al rispetto della Convenzione di Ginevra, lo scopo della nuova legge e' soprattutto quello di evitare ai militari e agenti segreti americani di essere incriminati per crimini di guerra in relazione alle stragi dei civili in Iraq, le sevizie nel carcere di Abu Ghraib e gli orrori del carcere speciale di Guantanamo, a Cuba. A difesa della legge, il presidente ha sempre citato il caso di Khalid Sheik Mohammed, ideatore della strage delle Torri Gemelle, che a Guantanamo, sotto tortura, rivelò altri suoi piani di attacco agli Usa.