17 marzo 2008

"Casa dolce casa"...


Kenyani rifugiati riluttanti a tornare a casa, riferisce l’ONU


Molti delle diecine di migliaia di Kenyani spostati dalle loro case a causa della violenza che ha colpito il paese est-africano in seguito alle contestate elezioni del dicembre scorso sono riluttanti a tornare alle loro case, riferisce un rapporto delle Nazioni Unite.
In parecchi insediamenti ad Eldoret nel Kenya occidentale, che è stato recentemente visitato dall’Alto Commissario dell’ONU per i Rifugiati (UNHCR) persone rifugiate all’interno del paese hanno espresso la loro riluttanza a lasciare i loro campi finché il Governo non darà serie garanzie circa la sicurezza e il sistema attuare per la restituzione delle loro proprietà. Alla fine del mese scorso, un patto per la condivisione del potere è stato firmato tra il Party of National Unity e l’opposizione Orange Democratic Movement.
Circa 1.000 persone sono state uccise e più di 300.000 costrette a fuggire dopo le contestate elezioni in cui il Presidente Mwai Kibaki fu dichiarato vincitore sul leader dell’opposizione Raila Odinga.
Le agenzie umanitarie operanti sul posto hanno raggiunto una comune opinione che indipende
ntemente da ciò che accade nella sfera politica o umanitaria, il Kenya sta affrontando una crisi per la sicurezza alimentare che potrebbe potenzialmente durare fino al prossimo anno come risultato della recente violenza combinata con la siccità che ha colpito gran parte del paese. L’ONU ritiene che la maggior parte dei rifugiati preferisca aspettare che si proceda ulteriormente nei colloqui per la riconciliazione nazionale prima di rischiare di tornare a casa, il che vuol dire che molti agricoltori potrebbero non coltivare i loro campi prima dell’inizio della stagione delle piogge a metà marzo. All’inizio di questo mese, 134 persone – molte delle quali avevano preso parte o erano state vittime della violenza negli slum di Nairobi – partecipanti a un programma di addestramento sponsorizzato dall’ONU e dal Governo hanno completato un corso sulla soluzione dei conflitti, la costruzione della pace e la riconciliazione.
Un analogo schema, che cerca di promuovere ulteriormente la riconciliazione nazionale e sostenere la tutela degli slum, è all’esame per il Kenya occidentale e la Rift Valley.


Articolo tratto da Korogocho.org

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