"Il lavoro minorile è una brutta piaga...ma anche i maggiorenni che non fanno un cazzo!"
22 novembre 2007
Birmania: la repressione è stata dichiarata "deplorevole"
Birmania, Ue e Asean: «Liberate subito i prigionieri»
Dopo la risoluzione non vincolante dell'Onu che condanna la Birmania, giunge la dichiarazione congiunta di Unione europea e Asean (l'Associazione dei Paesi del Sud-est asiatico), riuniti a Singapore, che chiedono la liberazione dei detenuti politici nel Paese e il rafforzamento delle relazioni economiche, ma senza fissare scadenze. «Accogliamo con favore la decisione del governo della Birmania per un impegno con le Nazioni Unite e un dialogo con San Suu Kyi, ricordando che un tale dialogo dovrebbe essere effettuato con tutte le parti interessate e i gruppi etnici», si legge nella dichiarazione congiunta del vertice Ue - Asean. Il vertice, cui ha partecipato, per l'Italia, il sottosegretario agli affari esteri, Gianni Vernetti, si è tenuto in occasione dei 50 anni dalla nascita dell'Ue ed a 40 anni dalla creazione dell'Asean. Presenti capi di Stato e di governo, ministri degli Esteri e viceministri dei 27 Paesi dell'Ue e dei 10 Paesi dell'Asean.L'Unione Europea, con la recente nomina di Piero Fassino a inviato speciale, e l'Asean, di cui la Birmania è membro, sono impegnate in una soluzione pacifica della crisi. Alla condanna dell'Unione Europea, che è stata accompagnata dall'inasprimento delle sanzioni nei confronti del regime birmano, ha fatto riscontro la ferma posizione dell'Asean, che adottato per la prima volta lo scorso 27 settembre a New York una dichiarazione di riprovazione per la violenta repressione delle dimostrazioni antigovernative in Birmania. La giunta militare birmana era stata condannata anche dall´Onu il 20 novembre, con un documento in cui tra l´altro si chiede di «riprendere senza indugi il dialogo con tutti le parti», di liberare i prigionieri a partire dal premio Nobel Aung Sann Suu Kyi e si esprime sostegno all'inviato delle Nazioni Unite Ibrahim Gambari. È stata la prima condanna espressa al Palazzo di Vetro. Le divisioni in seno al Consiglio di Sicurezza avevano costretto ad ammorbidire la dichiarazione finale che si limitava a «deplorare» la repressione.
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