17 aprile 2008

Teste...vuote


Blitz contro gruppo neonazista

Sedici arrestati tra i 16 e i 27 anniAgli indagati sono contestati almeno otto episodi di violenza per motivi razziali. Gli affiliati dell'associazione si riunivano in una costruzione in legno nel bosco di Saltusio.

Sono accusati di incitamento alla discriminazione, odio e violenza, per motivi razziali, etnici e nazionali: 16 giovani tra i 16 e i 27 anni sono stati arrestati dalla polizia di Bolzano sta eseguendo a Merano, Scena, Tirolo, Lagundo e dintorni nell'ambito di un'operazione che è stata chiamata Odessa, dal nome del piano predisposto dai nazisti con la caduta di Hitler per mettere in salvo all'estero i gerarchi del Terzo Reich.
L'operazione, condotta dalla Digos della questura di Bolzano, arriva dopo una complessa ed articolata indagine che ha individuato un consolidato e consistente gruppo neonazista sudtirolese. Al gruppo sono contestati in particolare 8 episodi di violenza (lesioni personali e intimidazioni) consumati ai danni di giovani italiani e stranieri ritenuti dalle persone indagate 'diversi' per motivi etnici, razziali e sociali.
Le indagini hanno permesso di ricostruire l'inquadramento gerarchico all'interno del gruppo, i cui vincoli 'camerateschi' si rinsaldavano sistematicamente attraverso contatti quotidiani, con incontri nella zona boschiva di Saltusio dove veniva utilizzata una costruzione in legno (sulla porta d'accesso la scritta 'ein tirol') con tutte le dotazioni iconografiche tipiche della ideologia espressa dal gruppo (drappi, emblemi nazisti inneggianti al reich tedesco, bandiere di guerra della marina tedesca, ecc.) o in incontri rituali finalizzati a consacrare l'ingresso formale nel gruppo di nuovi affiliati che in qualche modo restavano 'affascinati' da tali modalità simboliche e immaginifiche.
Il gruppo era in contatto con movimenti di estrema destra attivi in Austria, Svizzera e Germania. Nel corso dell'operazione, condotta anche con l'ausilio del reparto prevenzione crimine di Padova, sono state eseguite anche numerose perquisizioni domiciliari.

Articolo tratto da Repubblica.it

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