28 aprile 2008

Notizie di "prima mano"


Notizie arrivate dal Saint Martin sull'emergenza profughi e sul lento ritorno alla normalità (?)


"In totale le persone uccise in Kenya, dopo le elezioni del dicembre 2007, sono state più di mille con un numero di sfollati (internal displaced) che si aggira intorno ai 500 mila. Fino alla metà di marzo 2008 in Nyahururu c’erano tre campi profughi allestiti in tre aree differenti della città che ospitavano in totale 20 mila persone.
Il sostegno del Saint Martin è stato di diverso tipo:
  • distribuzione di materiale vario (cibo, materassi, vestiti, coperte, ecc.);
  • assistenza sanitaria in collaborazione con l’ospedale governativo;
  • costo del trasporto per chi ha voluto raggiungere parenti o amici in altre zone ;
  • in collaborazione con altre chiese protestanti ha prodotto e distribuito materiale informativo con messaggi di pace e riconciliazione;
  • ha organizzato momenti ecumenici di preghiera per la pace;
  • counselling e accompagnamento psicologico.
Attualmente i tre campi non ci sono più, alcune famiglie hanno raggiunto familiari in altre zone del paese dove hanno trovato rifugio, altre hanno tentato di tornare nel territorio dal quale sono scappati per tentare una ricostruzione, molte famiglie si trovano ancora nel territorio di Nyahururu ma ospitati da volontari oppure in abitazioni in affitto temporaneo. Nonostante “non si veda” l’emergenza non è finita, anzi. Il Saint Martin si trova ancora in difficoltà per il livello economico precario sia delle famiglie che ospitano sia di quelle ospitate. Nel mercato locale i prezzi dei beni di prima necessità sono aumentati e c’è ancora bisogno di un sostegno diretto da parte dell’organizzazione.
Il problema principale è che non si vede, in tempi brevi, una possibile soluzione per queste persone. C’è una grande speranza nel nuovo governo, insediatosi finalmente la settimana scorsa, che ha promesso di fare qualcosa per correre in aiuto di chi è rimasto senza niente. La stagione delle piogge sta iniziando e coloro che sono ancora nelle tende in zone come Naivasha, Kisumu, Eldoret dovranno affrontare il problema delle epidemie se non si corre ai ripari subito.
La vita di Nyahururu, quella “visibile”, è ricominciata normalmente come se niente fosse, sembra che non ci siano strascichi, ma fanno molta paura le ferite che rimangono dentro al cuore delle vittime. Come potranno essere rimarginate le ferite, in quanto tempo, e se non vengono rimarginate cosa provocheranno in un futuro? Altre vittime? Altra violenza? Finché la povertà continuerà a segnare la vita di migliaia di persone in Kenya, colui che vuole fare del male al proprio fratello troverà sempre chi accetterà il suo denaro per commettere ingiustizie e violenze. Eppure non c’è altra soluzione che continuare a credere e ad investire nelle persone, nel loro cuore, nella loro generosità."

Lettera ricevuta tramite FondazioneFontana.org

Nessun commento: