Le marche non tagliano il Co2: appena -0,2% in tutto il 2006
Difficile arrivare a 140 g/km in 2008. E l'analisi dell'autorevole Transport andEnvironment.
Fra l'altro cresce anche in peso: in media 17 Kg l'anno
"I produttori

"Nel 2006 - spiegano alla T&E - le emissioni delle nuove auto europee sono calate in media solo dello 0,2%, la minor diminuzione annuale mai registrata". Per capirci, questo significa che proprio nell'anno della - teorica - svolta - le emissioni sono diminuite di meno di mezzo grammo di co2 per chilometro, attestandosi a circa 160 g/km. Per non parlare poi di Spagna e Austria dove le emissioni sono addirittura aumentate (dal computo, che comprende tutta l'Ue, sono escluse Romania, Bulgaria e Malta).
La cosa è effettivamente sorprendente perché invece a sentir parlare le case automobilistiche la riduzione sarebbe stata importante e non è un caso che tutti i prototipi presentati da un paio di anni a questa parte puntino molto sulla riduzione di Co2. A questo punto di una cosa si può star certi: dando per scontato che nessuno delle due parti in causa stia mentendo, è evidente che il problema riguarda i prodotti attualmente in vendita.

Ma non è tutto: "Nei primi 8 anni del loro impegno volontario i produttori auto hanno prodotto auto più grandi, pesanti e succhia-benzina, e i risultati parlano da soli -commenta Aat Peterse, di T&e - negli ultimi mesi, invece, hanno tirato fuori tante denominazioni 'verdi' da poterci riempire un dizionario".
L'atto di accusa non è finito. E già perché per il Transport and Environment "la tendenza dei produttori di auto europei rimane quella di costruire auto sempre più pesanti che tendono a emettere di più e uccidono più pedoni". E fornisce anche dei dati: "il peso medio delle nuove auto realizzate in Europa è cresciuto di 17 chilogrammi nel 2006, arrivando a 1,38 tonnellat

La notizia, rilanciata anche dal Financial Times, sta ovviamente facendo il giro del mondo, ma per capire chi avrà ragione, purtoppo, occorrerà aspettare almeno un paio di anni. Allora, però, sarà tardi per prendere eventuali provvedimenti.
Articolo tratto da Repubblica.it
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