Cellulari contro la povertà: presto reti di telefonia mobile in 79 villaggi africani
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Tutte aree – ha sottolineato l'Onu – dove la denutrizione è cronica ed è spesso accompagnata da malattie (curabili nei Paesi industrializzati), impossibilità di accedere alle cure sanitarie e grave carenza di infrastrutture. L'iniziativa, che vede la collaborazione dell'Earth Institute della Columbia University, è partita nel 2004 a Sauri, in Kenya e prevede che nei prossimi mesi sarà possibile dotare 79 villaggi africani di regioni come il Mali, l' Uganda, il Senegal e l'Etiopia, di reti mobili che potrebbero notevolmente migliorare la qualità della vita degli abitanti di queste aree, che molto spesso non hanno accesso a servizi basilari come l'acqua corrente o l'energia elettrica. Per Jeffery Sachs, consigliere speciale Onu, «il ruolo delle tecnologie mobili si sta notevolmente rafforzando, specialmente nelle aree remote, dove la capacità di comunicare è vitale».
È ormai dimostrato infatti che l'uso delle comunicazioni mobili è un potente traino per la crescita economica: secondo la London Business School , una penetrazione mobile del 10% è in grado di spingere la crescita annuale di un Paese dello 0,6%, dal momento che in molti Paesi in via di sviluppo i cellulari rappresentano l'unica infrastruttura disponibile in grado di migliorare la produttività. Le infrastrutture, così come i pannelli solari per ricaricare i telefoni, sono state fornite gratis da Ericsson Mobile, ma i servizi saranno fatti funzionare ed addebitati agli operatori locali.
Nella maggior parte dei paesi, Ericsson installerà una rete 2G, in grado di maneggiare le chiamate in voce come pure i trasferimenti dati via satellite alla velocità di 200 kilobit al secondo (kbps). «Una rete a banda larga di buona qualità che permette ai portatili di collegarsi ad Internet» spiega Carl-Henric-Henric Svanberg, Ceo di Ericsson ai microfoni della Bbc. Svanberg ha inoltre assicurato che la ditta istallerà presto reti 3G. Gli

Tuttavia resta ancora molto da fare, rispetto al resto del mondo, per quanto riguarda la copertura internet. Nel 2005 meno del 4% degli Africani aveva accesso alla rete, contro il 9% di media dei Paesi in via di sviluppo. La banda larga non raggiunge l'1% della popolazione. Le lacune delle infrastrutture si traducono con dei costi d'uso più elevati sia per i singoli utenti che per le aziende, il 70% del traffico internet africano passa su reti impiantate fuori dal continente. Senza contare che le moderne tecnologie mobili e wireless dovrebbero garantire l'accesso a internet a banda larga, permettendo di bypassare la necessità di costruire infrastrutture fisse. Il segretario generale dell'Itu, Hamadoun Touré, ha proposto un Piano Marshall per lo sviluppo delle tecnologie di informazione e comunicazione in Africa.
Touré ha ricordato l'obiettivo delle Nazioni Unite è di collegare tutti i villaggi del mondo a internet per il 2015, essenziale per creare le condizioni di uno sviluppo economico più vasto. Per indirizzare le sue azioni, l'Itu organizza per il 29 e 30 ottobre un summit a Kigali su "Connettere l'Africa". Questo importante appuntamento nella capitale del Rwanda chiamerà a raccolta i rappresentanti dei governi, ma anche quelli del settore privato e delle organizzazioni internazionali.La realizzazione di reti mobili nei villaggi più poveri dell'Africa diventerebbe cruciale anche per l'educazione dal momento che non solo i bambini di questi villaggi potrebbero acquisire abilità informatiche, ma anche avere accesso a "un mondo di informazioni". Secondo un rapporto della Banca Mondiale, negli ultimi 25 anni, i Paesi in via di sviluppo hanno visto crescere in maniera considerevole la possibilità di accesso alle tecnologie ICT, soprattutto intese come linee telefoniche.
Tra il 1980 e il 2005, il numero di utenti dei servizi telefonici è cresciuto di oltre 30 volte. Lo sviluppo maggiore si è registrato nell'Europa dell'est e in Asia Centrale, dove dal 2000 al 2004 il numero di linee telefoniche è più che raddoppiato a 730 persone su 1000. Nell'Africa Sub Sahariana, il livello di linee è triplicato ma la percentuale di utenti è ancora molto bassa, a 103 persone su 1000

Durante lo stesso periodo, la crescita maggiore nel numero di utenti Internet si è registrata nell'aria Medio Oriente – Nord Africa, che ha registrato un +370%. La strada da fare perché l'Icu divenga catalizzatore di crescita e progresso, però, è ancora lunga, dal momento che in quasi la metà dei Paesi del mondo i servizi di linea fissa e Internet sono forniti da monopoli, cosa che rende i costi di tali servizi inaccessibili alla maggior parte della popolazione.
Articolo tratto da IlSole24Ore.com
Forse riusciamo a dare l'opportunità a tutti di entrare nel sistema (giusto o meno che sia questo è un altro discorso)...
Addio al peyote della beat generation: Cactus dei sogni a rischio estinzione
Saccheggiata per decenni, la pianta dello "sballo" sta scomparendo. Cresce in Messico e Usa. E' usata anche dagli indios nelle cerimonie religiose.

Il peyote è una pianta molto particolare, ci mette trent'anni a crescere e il saccheggio di mezzo secolo l'ha fatta diventare quasi introvabile. Fu infatti negli anni Sessanta che, sulla scia dei libri dell'antropologo Carlos Castaneda - A scuola dallo stregone su tutti - , centinaia di giovani americani, Kerouac compreso, fecero il viaggio nel deserto dal Texas alla scoperta del peyote e delle sue allucinazioni. E, spiegano gli esperti, iniziarono a provocarne la perdita perché invece di tagliare solo la sua corona verde offrendo al cactus la possibilità di rigenerarsi, di solito i turisti strappano tutta la pianta, uccidendola.
Oggi, quel che più preoccupa gli accademici come il professor


Articolo tratto da Repubblica.it
Nooooo!!! Adesso Homer come farà a parlare con i coyote?!
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