Gascoigne, inferno e ritorno"Vi racconto il mio abisso"
L'ex campione inglese precipitato nell'alcol ha rivelato a Sun i momenti peggiori della sua vita: "Comincia con due bicchieri e non mi fermai più. Da eroe nazionale ero diventato uno da ospedale psichiatrico"
Un anno

"Ero precipitato in un abisso – dice Gazza – ma adesso il futuro mi appare davvero grandioso. Non posso dire che non berrò mai più, ma quello che posso dire è che non ho bevuto oggi e che spero di non bere domani”. Gascoigne è reduce dall’ennesimo periodo in clinica a disintossicarsi, ma questa volta il mese passato alla Sporting Chance Clinic di Tony Adams pare aver dato buoni risultati, chiudendo così un 2008 assolutamente orribile per l’ex stella di Tottenham e Lazio. Tutto cominciò dopo l’operazione all’anca del dicembre del 2007. In ospedale Gascoigne non toccò un goccio di alcool, ma non appena dimesso, solo nella sua casa di Jesmond, si attaccò alla bottiglia per vincere la solitudine e fu l’inizio della fine.
"Non ricordo esattamente quando e perché ripresi a bere dopo l’intervento, ricordo solo che era Natale e che avevo voglia di farmi un goccio. Cominciai con un paio di bicchieri di vino e non mi fermai praticamente più. Dopo una settimana, non ero più in grado di badare a me stesso, così mi spostai al Marriott Hotel di Gateshead, dove mi scolai di tutto, dal vino alle bottigliette di gin del minibar. Ed è stata in quell’occasione che è iniziata la mia dipendenza dalla Nintendo Wii: ci giocavo praticamente 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non riuscivo a smettere e non dormivo né mangiavo, per non dover essere costretto a staccarmi anche solo per pochi minuti. Ero diventato imbattibile a bowling e sfidavo quelli dell’hotel. Anzi, arrivavo addirittura a chiamare il servizio in camera proprio per avere qualcuno contro cui giocare”. Dopo quattro settimane di quell’andazzo, lo staff del Marriott gli chiese di andarsene e Gazza si trasferì così al Malmaison, dove ricominciò esattamente come prima.
"Ero

"Non riuscivo a crederci: da eroe nazionale ero diventato uno da ospedale psichiatrico. Non mi sono mai sentito così imbarazzato e pieno di vergogna come in quel momento”. Anzi, no. In un’altra occasione Gazza provò vergogna di sé. Fu quando sniffò qualche striscia di cocaina nel bagno di un locale. "Subito dopo averlo fatto, mi sentii così deluso di me stesso da farmi quasi schifo. Non so cosa sperassi di ottenere, ma so che comunque non funzionò, anzi mi fece stare ancora peggio. Rimpiango di averlo fatto, ma l’unico modo per superarlo è quello di ammetterlo. So di aver deluso la mia famiglia, gli amici e i miei tifosi, ma sono comunque orgoglioso di averlo confessato e mi piace pensare che ormai è passato e che non lo rifarò mai più”. Dopo 12 giorni nell’ospedale psichiatrico, a Gascoigne venne concesso di stare a casa del padre John a Gateshead, dove però non rimase molto.
A maggio venne, infatti, trovato addormentato nella vasca da bagno del "Millenium Hotel” di Londra e venne salvato dai poliziotti. Gazza negò i propositi suicidi, ma finì internato una seconda volta e la famiglia decise di mandarlo alla Priory. E, almeno inizialmente, la cosa parve funzionare: lui sembrava in ripresa e tentò persino di riconciliarsi con la ex moglie Sheryl, ma in estate proprio un violento litigio con la donna fece precipitare di nuovo le cose e Gascoigne se ne andò in tour con gli Iron Maiden. Ma era in condizioni talmente penose (soffriva di perdite di memoria quotidiane) che gli stessi membri della band si spaventarono e fecero in modo di rispedirlo a casa, dove però i suoi stessi familiari si rifiutarono di accoglierlo.
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Articolo tratto da Gazzetta.it