10 dicembre 2008

Sete di vendetta


Iran, impiccato per alcuni minuti e deposto ancora vivo per vendetta
Giustiziato «a metà» per volontà dei familiari della vittima. Danni irreversibili a cervello e spina dorsale.

Un uomo condannato a morte in Iran è stato lasciato pendere a lungo dalla forca prima di essere deposto ancora vivo, ma con probabili danni irreversibili al cervello e alla spina dorsale, per volere dei familiari della persona che aveva ucciso. L'episodio è avvenuto domenica a Kazerun, città nel sud del Paese, secondo quanto scrive l'agenzia Irna, che titola la notizia «dolce epilogo di una esecuzione».
Un epilogo arrivato però dopo che il condannato, secondo la stessa agenzia, era rimasto appeso «per alcuni minuti».
Un tempo sufficiente per subire danni irrimediabili.
Secondo i dettami della legge islamica vigente in Iran, il condannato a morte per omicidio ha salva la vita se i familiari della vittima gli concedono il «perdono», in cambio di un risarcimento in denaro. In questo caso, evidentemente, i parenti della vittima hanno voluto assaporare la sofferenza del condannato prima di fermare l'esecuzione e intascare il denaro.

Articolo tratto da Corriere.it

Evviva la legge del taglione...che brutte cose!

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