12 giugno 2007

Funerale...con furto


CELEBRA UN FUNERALE, POI FUGGE CON LE OFFERTE

Lo spunto sembra essere preso dal film "Il mattatore", del 1960 di Dino Risi con Vittorio Gassman nella parte di Gerardo, un organizzatore di truffe. Lo scenario, dalla fiction alla realtà, è la cappella del cimitero dei Rotoli a Palermo. Qualche minuto prima della messa per la morte di un professionista, con la chiesa piena di parenti e amici del defunto, si presenta un uomo vestito da prete, con i paramenti sacri, che spacciandosi per 'Don Marco', officia l'omelia.
Poi con l'aiuto di due complici fa distribuire delle buste per le offerte. E, raccolti i soldi, fa perdere le sue tracce. La truffa è stata messa a segno un anno fa ma solo ora la polizia ha deciso di rendere noti i fatti, senza specificare, però, che si trattava di una vicenda accaduta, appunto, a luglio del 2006. "Sono furioso - dice don Calafiore, sacerdote del cimitero dei Rotoli - La cosa è vecchia di un anno. Non capisco perché sia venuta fuori ora".
Grazie ai racconti dei familiari del defunto e delle persone presenti al funerale, gli identikit dei tre truffatori sono stati finalmente completati e verranno diffusi. "Per questo motivo - sostengono in Questura - abbiamo deciso di raccontare la vicenda, in modo da mettere in guardia possibili nuove vittime". La banda, spiegano gli investigatori, spulcia le necrologie pubblicate sui quotidiani locali.
E sceglie le famiglie di professionisti e benestanti che fanno scrivere sotto il nome del proprio congiunto morto: "non fiori ma opere di bene". E lì scatta l'operazione. Il finto sacerdote si presenta in chiesa prima della messa. Si apparta con il vero parroco e presentandosi come amico della famiglia dello scomparso chiede di fare un'orazione funebre. Poi sull'altare tesse le lodi del morto. E aggiunge: "ma per lasciare un ricordo tangibile della sua memoria vi chiedo di fare un'offerta alla lega contro i tumori per un bambino di quattro anni malato".
E' in questo momento che fanno la loro comparsa i due complici che distribuiscono le buste bianche con la finta intestazione della associazione umanitaria. Raccolti i soldi, poi "Don Marco" rinnova le condoglianze. E saluta il vero sacerdote, "ringraziandolo dell'ospitalità concessa" ed offrendo la sua disponibilità per future ulteriori collaborazioni. Ma qualche particolare insospettisce una collega della figlia del defunto che lavora nell'ambito universitario. Telefona alla Lega alla quale i truffatori avevano detto di destinare le offerte. E ha scopre l'inganno quando le si dice che nessuna raccolta di soldi era stata avviata. "Adesso c'é anche un altro problema di carattere religioso - afferma Giacinto Vaccarella, dirigente del commissariato "Oreto-stazione" che conduce le indagini - la messa infatti non è valida perché celebrata da un finto prete che abbiamo denunciato oltre che per truffa anche per usurpazione di funzioni ecclesiastiche". Don Calafiore, sentito dagli investigatori, parla di "atto sacrilego che dovrà essere esaminato dagli esperti di diritto canonico".

Articolo tratto da Ansa.it

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